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Di Alberto Maria Baggi
30 Gennaio 2020
“Tutti pazzi per Elly”. Così titolava qualche giorno fa “Il Foglio”, pensando al botto di preferenze incassato dalla nemmeno trentacinquenne Elly Schlein. Ex parlamentare europea nelle file del PD e passata successivamente a “Possibile”, la formazione politica creata da Giuseppe Civati – anche lui fuoriuscito dal Partito democratico a trazione renziana – un partito che stando alle parole del suo fondatore è destinato ad “avere burocrazia minima, e l’appartenenza sarà leggera, partecipativa, orizzontale”.

Elly, nel trionfo della Sinistra alle elezioni regionali di domenica, presentatasi con la lista civica “Emilia-Romagna coraggiosa” che appoggiava il presidente PD uscente Stefano Bonaccini (peraltro rieletto), tra Bologna, Ferrara e Reggio Emilia, ha ottenuto più di ventiduemila preferenze. Un chiaro segno di stima e del valore della linea fin qui tenuta da una giovane donna con le idee ben in chiaro che, nell’agone politico italiano, ha saputo ritagliarsi un suo spazio, facendo sentire forte e chiara la propria voce.

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