13 giugno 2018
di Eleonora Bianchini
L’eurodeputata di Possibile (S&d) in un commento su Facebook sottolinea come il Carroccio non si sia mai presentato in commissione per discutere il cambiamento del trattato. Il gruppo Enf, nel quale rientra il partito di Salvini, aveva nominato come relatore Lorenzo Fontana, attuale ministro della Famiglia. “Il responsabile del Viminale non ha il coraggio di dire a Orban di fare la sua parte”
[…]Delle 22 assenze di Fontana – nell’arco di due anni di lavoro culminati con l’approvazione del testo in commissione il 6 novembre 2017 – non c’è riscontro documentale, spiega Schlein, “per il semplice fatto che si tratta di incontri informali tra gruppi”. Enf ha “inspiegabilmente ha rinunciato al negoziato”. E se in commissione LIBE il voto finale del gruppo che include la Lega e di Fontana stesso è stato negativo, in Parlamento il 16 novembre è stata scelta l’astensione. I 5 Stelle invece, sono stati contrari in entrambe le sedi. “Bocciare questo testo vuol dire non fare gli interessi dell’Italia. Salvini dice no perché non ha il coraggio di chiedere al suo amico Orban e ai paesi Visegrad di fare la loro parte. Ci sono mille motivi per prendersela con la Francia, ma sui ricollocamenti è al secondo posto dopo la Germania. Se andiamo più sotto, Orban è a zero”. Ora nel contratto di governo è stata inserita “la revisione del Regolamento di Dublino e l’equa ripartizione dei migranti tra tutti i Paesi dell’Ue”.
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