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di Chiara Cruciati
16 dicembre 2018

Intervista. Incontro con Elly Schlein, europarlamentare tra le promotrici della candidatura al Sakharov delle organizzazioni che in mare salvano i migranti: «Alle elezioni di maggio ci si aspetta una crescita delle forze xenofobe a cui questo establishment rende la vita facile: una parte della Ue usa la stessa retorica di Salvini»

«La finale raggiunta dalle ong del Mediterraneo al premio Sakharov per la libertà di espressione riconosce un fatto: stanno salvando la faccia dell’Europa». Elly Schlein, europarlamentare di Possibile, da tempo riferimento in Europa della battaglia per la solidarietà internazionale, è tra le promotrici di una candidatura più politica delle altre. Ne abbiamo parlato a margine della premiazione.

Com’è nata la candidatura alle 11 ong attive in mare?

Con colleghi socialdemocratici e dei Verdi abbiamo sentito questa urgenza di fronte alla criminalizzazione delle ong e della solidarietà. L’Europarlamento non perde occasione per dare un segnale forte, diverso dalle scelte folli di esternalizzazione dei confini, scelte disumane come gli accordi con la Turchia. Le presentano come un successo ma io invito a misurare questo successo con le vite di 15mila persone bloccate nelle isole greche. O come gli accordi con la Libia, o meglio con le milizie libiche. L’unico risultato è stato lasciare quella parte di Mediterraneo senza mezzi per salvare delle persone. Una tratta mai così mortale a fronte di una diminuzione dei flussi per la ragione più sbagliata, la violazione del principio di non respingimento.

È l’esito anche della politica muscolare dei porti chiusi, della guerra alle ong che le blocca nei porti da mesi, delle pressioni sulla Libia che l’hanno portata a dichiarare un’area di soccorso in mare pur non avendo i presupposti per farlo. Sarebbe opportuna la risposta umanitaria che l’Europarlamento chiede, riconoscendo che le ong sopperiscono alla mancanza di una missione europea di ricerca e soccorso. Quando si è passati da Mare Nostrum a Triton eravamo in pochi in quest’aula a denunciare che non sarebbe stata in grado di salvare vite con un terzo del budget, un terzo dei mezzi a disposizione e inizialmente un’area operativa di 38-40 miglia dalle coste italiane contro le 172 di Mare Nostrum. Dunque, sì, libertà di espressione è il messaggio inviato: non si vogliono testimoni scomodi in quel tratto di mare.

[…]

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