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Con immenso dolore apprendo della scomparsa di Umberto, partigiano, combattente, militante e amico.

Ricordo che l’ultima volta che ci siamo visti a Treviso, al banchetto dell’ANPI, c’era un bel manifesto con il titolo, “Resistere non invecchia”, a me è sembrato subito il titolo perfetto per raccontare lo spirito di Umberto, per quanto ho potuto conoscerlo.

L’ultima grande battaglia che abbiamo avuto l’onore di fare insieme a lui è stata per difendere la Costituzione nel 2016, proprio con Umberto che aveva combattuto da partigiano per farla esistere, e vivere. Lui che aveva perso tre dita in un atto eroico per boicottare un treno carico di rifornimenti per l’esercito nazista, non ha mai perso lo spirito e la voglia di difendere e promuovere gli stessi ideali che avevano fatto nascere la Carta costituzionale, consapevole che ancora siamo lontani dalla sua piena attuazione.

Risuona ancora nelle orecchie la sua voce, ferma e forte, a difesa della Carta fondamentale che “ha creato un popolo di cittadini e non di sudditi”.

Ho pianto in silenzio quando ho avuto la notizia mentre mi imbarcavo per Bruxelles, perché perdere Umberto ci fa sentire tristi e molto più soli, in un momento in cui assistiamo ad un pericoloso rigurgito fascista in Italia e in Europa.
Tocca a tutti noi sentirci addosso la responsabilità di portare avanti la battaglia. E non so se saremo mai all’altezza di quel coraggio e di quella incrollabile determinazione, ma so che è nostro dovere provarci.

Umberto stesso ci ha indicato come farlo, alla fine del bellissimo discorso che ci fece a Reggio Emilia al Politicamp, con le parole di Antonio Gramsci:
“Giovani! Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza.”

Ora e sempre, caro Umberto, resistenza!

Un forte abbraccio alle figlie Antonella e Sandra che portano avanti l’impegno del padre, con lo stesso vigore.

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